La Chiesa di San Pietro, di stile lombardo – bizantino, è uno dei più antichi edifici di Acuto. Le sue parti originali come l’arco centrale all’interno e la parete laterale destra appartengono al pieno medioevo risalendo al secolo XIII e sono state più volte restaurate nei secoli a causa dei danni subiti da terremoti o da fulmini. L’attuale campanile fu eretto appena agli inizi del nostro secolo e fu ultimato nel 1907, con pietra calcarea, a più ordini, ad imitazione di quello antico stile romanico. La chiesa domina a mezzogiorno la valle, delimitata dalla cittadina papale di Anagni e coronata all’orizzonte dalla catena dei Monti Lepini, e con la sua cuspide costituisce uno dei punti più alti dell’intero abitato. La facciata è stata più volte riedificata. L’attuale, interamente restaurata, fu ultimata nel 1949, e reca l’impronta dell’operosità dell’allora parroco Aristide Tosco, cui si deve la cura per la preservazione degli stupendi affreschi esistenti sulla parete destra. Un sobrio e stilizzato rosone fa penetrare fasci di luce dalla facciata principale, esposta ad oriente, e i due finestroni, che s’aprono ai lati dell’altare maggiore, danno all’intensa luminosità che lasciano trasparire, una dimensione spaziale. Il sagrato è costituito dalla piazzetta quadrata antistante la facciata e funge tuttora da luogo di raduno soprattutto nei giorni festivi. Le pareti si presentano, oggi nude e semplici nella loro pura linea architettonica. Il senso spaziale, era tutto affidato alla pittura, che doveva ricoprirle interamente. Le ultime opere di restauro, eseguite nella prima metà del secolo XX, per iniziativa del compianto don Augusto Ciolli, la cui azione pastorale nella parrocchia si estese per circa un cinquantennio, hanno indotto a supporto tutta una serie di affreschi, che ornavano le pareti della Chiesa: di essi restano testimonianza preziosa e superba, quelli che ancora oggi, protetti da cristalli, splendono sulla parete destra, a lato dell’altare. Evidentemente gli artisti, di scuola toscana o sublacense o romana, che si sono avvicendati a dipingere l’antica chiesa medievale, dal secolo XIII al secolo XVI, nell’animare con fatti biblici e ecclesiali, le superfici delle pareti, miravano ad una funzione didascalica.